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IL lavoro è un diritto per tutti? o solo per…………

Il lavoro è un diritto ma non per tutti .Passi il tempo ad accettare lavori saltuari e speri sempre in un miracolo. Intanto vedi i tuoi coetanei che con meno sforzi, e meno necessità finanziarie , perchè aiutati da genitori benestanti, entrano a lavorare in enti pubblici e statali o vengono assunti da società a tempo determinato e tu provi a inoltrare domande su domande , provi a fare concorsi, ma non hai speranze. Incominci a non essere più sicuro di te, perdi quella grinta, che ti aveva fatto sperare di avere un futuro milgliore dei tuoi genitori. Passano gli anni e ti devi adattare a qualsiasi lavoro e imbruttisci, diventi cattivo e senti i commenti della gente su di te;" Non  ha molta voglia di lavorare, avrebbe già dovuto sistemarsi, mio figlio lavora già da parecchio tempo e non ha avuto raccomandazioni. Forse sei solo sfortunato ? Gabriarte
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dedica a Martina

Vogliamo stare insieme tutti quanti?Segreto scambiarsi opinioni interessanti?Ciattare è come stringersi la mano,imparare a scrivere piano piano un modo più moderno per poter restare insieme scambiarsi le opinioni, i messaggi, le canzoni.AnimoticonParlare di politica e di attualità arricchire la mente e la volontà per non lasciarci influenzare da chi al potere e da chi vuole comandare,da chi ti impone senza una ragione programmi della televisione.TristePoter parlare in libertà è questo che ci differenzierà.Animoticon
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la fame

Sarei stata lusingata dal suo sguardo, se quell’uomo non fosse stato un poveraccio? Non vidi più quello sguardo ed io non guardo più chi rovista nei cassonetti.E voi vi sareste lasciati coinvolgere?
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Discussione su la fame

 

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la fame

appostati come gatti affamati, alcune persone attendono l’arrivo dei sacchi colmi di cibo scaduto che il supermercato getta nei cassonetti dell’immodizia. Poi a turno aiutandosi con delle cassette vuote, abbandonate dai venditori di frutta abusivi,si arrapicano e afferrano , strappano e infilano quello che trovano di più commerciale nelle borse che portano con se . Le prime volte erano zingari, ora hanno lasciato il loro posto a delle persone italiane, gente di città che non riescono ad arrivare a fine mese per lo più anziani,che quando si sentono osservati dai passanti cercano di nascondersi per non farsi riconoscere. Pensavo che la fame esistesse nei paesi poveri,scusate..  lo è anche il nostro …… povera Italia!!!!!! Penso ; mentre osservo, dalla vetrina del negozio dove lavoro,a quelle povere persone che hanno avuto una vita più sfortunata della mia e mi vergogno per non ricordarmelo quando mi lamento per delle cose a confronto banali.Voltai improvvisamente lo sguardo e i miei occhi occhi si tuffarono nel colore del mare,verde azzurro.Un uomo mi stava fissando con insistenza mettendomi in imbarazzo, distolsi immediatamente il mio sguardo dal suo e mi allontanai cercando di proseguire il lavoro che avevo tralasciato.Dovevo riordinare alcuni scaffali,  ma quello sguardo mi aveva spogliato e aveva resuscitato la mia femminilità. Non mi sentivo così da anni.Mi vergognai di me e  sentii il viso prendermi fuoco.Quell’uomo era un poveraccio! come potevo farmi sconvolgere da un suo sguardo?Mi resi conto, quasi subito, che quella commiserazione per quelle persone ora, si trasformava in fastidio ero stata coinvolta e questo non era previsto……continua                                                                                                                                                                                    
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le botteghe

Che fine hanno fatto le piccole botteghe artigiane o alimentari ? dove trovavi il negoziante pronto ad ascoltarti, dove trovavi un sorriso,dove la vecchietta scambiava quattro chiacchiere, il quartiere prendeva vita alla mattina e le persone non si sentivano sole, un consiglio sul prodotto più valido ti dava sicurezza .Ora non c’è più nulla .I grandi supermercati hanno preso il loro posto e la vita del quartiere si è spenta .Mi domando se è questo che si vuole, spegnere alla gente comune una piccola luce nelle città.
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GENOVA

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Il foglio

Il foglio

Parla con me… nessuno più ti ascolta. Scrivi quello che vuoi,quello che senti io,non farò commenti.Sussurra piano piano e poi, ti prenderò la mano e la trascinerò giù,fino in fondo e,quando sarai stanca,metti il punto di domanda.Potrai sbagliare,correggere,cancellare,gli uomini non ti potranno comandare.Leggeranno quello che tu hai scritto,ma fregatene è un tuo diritto,l’unico che ti è rimasto per non restare sola,e poi…chi ti consola se non io foglio l’unico a dirti il bene che ti voglio. Li hai visti… son volati via i tuoi pensieri tristi, ora puoi mettere il punto e, salutare e mi raccomando…. non mi tropicciare. scritto da Gabriarte