Sono passati molti anni da quel giorno e proprio oggi mi è capitata fra le mani la lettera che Marisa mi scrisse quella mattina, prima di togliersi la vita. Perchè nonostante io fossi arrivata in un baleno a casa sua, giunsi sempre troppo tardi per salvarla. Le era bastato un solo colpo di pistola per chiudere definitivamente la sua vita e una parte anche della mia. Voleva andarsene con l’unico uomo che le aveva dimostrato quell’amore, che in un solo colpo a tradimento, le aveva tolto. Era convinta di averlo ucciso, ma lo aveva solo ferito gravemente. E ora quell’uomo vivrà per sempre, con il suo rimorso.La lettera mi fu consegnata dopo alcuni giorni.”Carissima amica ti chiedo scusa per quello che ho fatto e chiedo scusa a tutti coloro che mi hanno conosciuta e mi hanno voluto bene, ma tu sei l’unica che mi può comprendere , mi conosci da sempre. Sei l’unica persona, che dopo mio marito, ho frequentato donandoti il mio cuore.Tu eri a conoscenza, di quanto lui fosse importante per me.Ha sostituito la famiglia, che non ho mai avuto, trasmettendomi tenerezza,comprensione. Improvvisamente, mi sono trovata davanti uno sconosciuto che mi gridava l’amore per un’altra.Voleva andarsene! capisci!! voleva lasciarmi.Era tanto tempo che la frequentava.Non era più il mio uomo; quante bugie!E io, non me ne sono mai accorta!La rabbia mi ha assalito e mi sono trovata con la pistola in mano e ho sparato, l’ho ucciso.L’unico amore della mia vita.Ora devo salutarti ringraziandoti per l’amicizia sincera che mi hai dimostrato .Chissà forse un giorno ci rincontreremo. ” ” Mamma!! vieni al telefono,ti cercano!! “”Siii.. Marisa!!!”La voce di mia figlia mi distolse dalla lettera, che nascosi.”Non ti dimenticherò amica mia ,ho chiamato mia figlia con il tuo nome…..FINE
Mese: marzo 2009
La cucina dove pranzammo, fu l’unico locale nel quale,ci sentimmo come a casa nostra . Mio marito,dopo aver chiesto il permesso, si sedette facendomi capire che da quel posto non si sarebbe più alzato e iniziò a colloquiare allegramente con Marisa che, coinvolta dalle sue battute,rispondeva con spontanee risate.Penso che fu questo a stimolare Massimo,suo marito, a partecipare a quella allegra conversazione.La serata si concluse piacevolmente ma prima di salutare offrimmo loro, un invito a casa nostra.Continuammo in seguito a frequentarli ,ma mi dava la sensazione, che Massimo accettasse la nostra amicizia solo ed esclusivamente per accontentare la moglie, che con noi si sentiva in perfetta sintonia.A volte li osservavo nei loro atteggiamenti affettuosi, mai uno screzio,lui usava una tale grazia e tenerezza, nei confronti della moglie,da provocare in me una sorta di rabbia nei confronti di mio marito che non usava mai quegli atteggiamenti. Una mattina mi squillò il telefono e al mio “pronto!!”sentii un pianto disperato che provocò in me una forte angoscia. Sentii a stento la voce di Marisa che disperata, mi diceva che Massimo l’aveva lasciata per sempre. E dopo un attimo di silenzio lei mi gridò, tra i singhiozzi, l’ho ucciso .Furono le ultime parole che udii.
il sorriso di Marisa era come un raggio di sole che sbuca all’improvviso dalle nuvole. Con gesti eleganti e una parola di ” benvenuti”ci fece entrare. Fu allora, durante la presentazione a mio marito,che una sensazione di invidia nei suoi confronti mi entrò come un brivido ed io, cercai di mascherare quel senso di fastidio, con un sorriso. Era come scacciare una voce che ti sussurra alle orecchie, ma che tu non vuoi sentire. Entrammo nello studio;dove ad attendere, seduto su una comoda poltrona, c’era il marito.Un profumo dolce di tabacco da pipa ci avvolse .Lui si alzò lentamente allungando la mano per presentarsi.Un giovane uomo con gli occhiali abbassati sul naso , dall’aspetto posato,serio,dimostrava molti più anni di quanti ne avesse in realtà ci fece accomodare sul divano e con movimenti molto lenti e pacati spense la pipa e senza dire una parola , posò il libro che teneva sulle ginocchia su un tavolino in noce con un grande cristallo come ripiano . Tutto era perfetto in quella stanza, i mobili antichi lucidi, che arrivavano fino a soffitto e contenevano centinaia di libri in perfetto ordine, una grossa lampada appoggiata sulla scrivania emetteva una luce calda, intima.Ci sentimmo a disagio e fu proprio l’allegra voce di Marisa che ci invitava a vedere il resto della casa che aiutò ad allontanare quella brutta sensazione….. continua
quel giorno, entrai nell’ufficio di mio fratello per sostituire una delle sue due segretarie.Dovevo svolgere il lavoro, solo per il periodo di quindici giorni, in attesa del suo rientro dalle ferie.Ed è quì che conobbi Marisa,l’impiegata rimasta, una ragazza più giovane di me alta, slanciata,dai capelli e occhi neri. Non potevi non osservarla era bellissima, sorridente e disponibile ma al tempo stesso severa, seria. Diventammo subito amiche. Insieme,andavamo al bar per uno spuntino all’ora di pausa e ci raccontavamo, la nostra vita quotidiana di donne appena sposate. Mi parlava spesso del marito, lo descriveva come un uomo dolce,tenero,affettuoso,pieno per lei di premure.Si descriveva fortunata, perchè felice e innamorata. Una sera ci invitò a cena a casa sua e noi accettammo quell’invito. Ero certa che sarebbe nata una grande amicizia.Mio marito era un po’ titubante e curioso, gli avevo descritto Marisa con un tale trasporto, che gli rimaneva difficile credermi. Si era fermato, nel negozio di fiori sotto casa, ed aveva comprato un bouquet , formato da tanti coloratissimi anemoni e,vedendomi ammaliata da tanta bellezza, sorridendomi mi disse ."Una bella donna merita dei bei fiori è per questo che a te, non ne ho mai comprati". "Sei sempre gentile caro "Risposi io. Aspettavo il momento di guardare la sua espressione, quando se la fosse trovata davanti. Certo che il marito doveva essere un bell’uomo, sarei sicuramente stata compensata. Suonammo il campanello……. continua
ho imparato
ho imparato a sorridere anche se volevo piangere
ho imparato ad alzarmi dopo che ero caduta
ho imparato a gridare anche se volevo stare muta
ho imparato ad amare solo quando ho scoperto
che anche gli altri come me imparano gabriella
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