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prova del gioco

Avevo trovato l’uomo della mia vita e l’avevo sposato, anche se non ne ero del tutto convinta.Avevo paura del matrimonio.Ero abituata ad essere libera e  a non doverne rendere conto a nessuno.A una certa età, cambiare le proprie abitudini e ad adattarsi ad altre,non è certo facile, questo mi spaventava.Ma il mio lui,era una persona speciale,dolce allegro, innamorato.Io mi sono lasciata andare a quell’amore che non sarebbe per me mai più finito.Ora lui era lì, disteso sul nostro letto, con gli occhi spalancati al soffitto,nudo come non l’avevo mai visto. Si!! perchè quando facevamo l’amore, non ci spogliavamo mai completamente, ci rimaneva addosso sempre qualche indumento.Forse!!! non ero una buona amante?A una certa età l’uomo non si accontenta più della moglie, vuole ben altro.Si vede sfuggire la sua gioventù e avvicinare la vecchiaia ne ha paura.La moglie con la sua presenza continua,  la sottolinea.No! non potevo farti invecchiare,non volevo che il nostro amore finisse.Stavo accanto a lui a tenergli compagnia e ricordavo gli ultimi istanti.La pistola era ancora calda tra le mie mani e la donna che era con lui, l’ho lasciata andare via.Lei non faceva parte della nostra vita.Quello che mi ha fatto arrabbiare di te,è come hai preparato il tradimento come se,  mi avessi tradito da sempre.Io uscivo,e tu ti vedevi con la tua amica.Questa mattina ho finto di partire,ho nascosto la macchina e ho aspettato.Poi piano piano sono rientrata a casa e ti ho visto nudo completamente sul suo corpo istintivamente ho premuto il crilletto e ho sparato.Ascolta le sirene stanno arrivando, vengono a prenderci per il nostro ultimo viaggio.Ora mi spoglio anch’io come te, non voglio farli pensare di essere  stata una cattiva amante FINE racconto inventato di Gabriella
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delitti racconti

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nessun titolo

al mio pronto sentii la voce di mio fratello che mi diceva."  eccoti!!!" mi accorsi quasi subito del timbro trano della sua voce.Non feci caso alla sua raucedine che manifestava,perchè sapevo che una settimana prima era stato colpito da un forte raffreddore, ma ad un tremolio che non  gli avevo mai udito. E, come di solito, gli chiesi come stava. Dalla morte di nostra madre non ci frequentiamo più tutti i giorni ci vediamo molto più raramente, presi dal lavoro sempre più stressante, e poi la famiglia che ogniuno di noi possiede ci impediscono di passare qualche ora assieme.Prima era un’altra cosa, la casa di mia madre era un punto di ritrovo per noi fratelli. Ci incotravamo spesso a mangiare, ci sentivamo tutti a casa nostra. Ora ci diamo notizie attraverso telefono ciò nonostante, ci sentiamo  molto legati. Io sono la più piccola e lui ne ha cinque in più poi,ce ne sono altri due più vecchi." Gabri" mi disse:" Ho un cancro"Sentii un colpo allo stomaco come se mi avessero colpita con forte pugno non riuscivo più a  parlare e rimasi muta per qualche minuto fu lui a continuare il suo dramma e a darmi il tempo di riprendermi. Ascoltavo la sua disperazione, la sua paura,la sua rabbia, ed erano per me tutti colpi che ricevevo. Lo lasciai con la promessa di raggiungerlo per affrontare assieme il suo calvario. Quando posai il ricevitore sentii una   carezza sul viso ,  Non ero sola in casa quel giorno  avevo qualcuno accanto a me. Mio fratello  vincerà la sua battaglia, ora ne sono sicura. FINE
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ho sentito il campanello della mia porta suonare una mattina, non aspettavo nessuno, non ho aperto, ho chiesto :"Chi è " Nessuno mi ha risposto.Dallo spioncino scrutavo alla ricerca di chi aveva suonato. Un leggero brivido di paura mi pervase.Molti vicini di casa erano partiti per le vacanze ed il palazzo era semideserto,.Girai con velocità la serratura in modo che la porta fosse ben chiusa dall’interno mi sentivo più al sicuro e mi diressi nella cucina che era  ben distante dalla porta di entrata.La finestra era ben spalancata, perchè potesse far entrare un pò di ossigeno in una giornata assolata e molto calda nonostante fossero tutte aperte l’aria non girava, i gatti si erano allungati sul pavimento alla ricerca di refrigerio e io per confondere quel silenzio che mi infastidiva , aprii il rubinetto dell’acqua per bagnarmi i polsi.Fù in quell’attimo che una folata d’aria  passò molto velocemente come se una porta fosse stata  aperta all’improvviso.I gatti mi guardarono stupiti, poi si alzarono e si diressero nel corridoio, come se avessero percepito qualche rumore.Seduti tranquillamente, guardavano la porta d’entrata spalancata. Presi coraggio dopo un’attimo di smarrimento e mi precipitai fuori per controllare che non ci fosse nessuno, poi, guardai in ogni angolo dell’entrata, delle camere e richiusi la porta controllando bene che la serratura non fosse difettosa in quel momento suonò il telefono. Corsi a rispondere, nella speranza di sentire una voce amica che mi rincuorasse, ero agitata ed inquieta non mi sentivo a mio agio mi dava la sensazione che in casa ci fosse qualche estraneo. Ma, la cosa strana, era che quella paura la percepivo solo io. I gatti,che di solito, scappavano alla sola presenza di uno sconosciuto, erano fermi e osservavano i miei movimenti quasi stupiti per quel mio continuo andarivieni affrettato,"Pronto…. Pronto…… Pronto…. " Sentivo dall’altra parte che c’era qualcuno, ma non rispondeva, mi sembrava che volesse farlo, perche udivo forte, il suo respiro. Poi la comunicazione si interruppe e posai il ricevitore .Forse avevano sbagliato numero e ripresi a muovere le mani in cucina riponendo  gli oggetti che creavano disordine. Non che ce ne fosse stato il bisogno, ma era un modo per allontanare quelle strane sensazioni di disagio in cui mi trovavo. Guardavo fuori la meravigliosa giornata di sole, il mare piatto luccicava e rifletteva i colori delle navi ancorate nel porto le foglie degli alberi erano immobili come se fossero finte.Improvvisamente una forte folata di vento caldo irruppe nella stanza e scompigliò i fogli che tenevo sulla penisola accanto alla finestra e mentre mi accingevo a raccoglierli il telefono suonò. continua  
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la mia estate 2009

 Travolta da un onda gigantesca che mi risucchia e  porta via. Mi sbatte, mi sommerge, mi fa perdere il respiro, poi mi risputa. Sento la carezza del vento,  l’aria nei polmoni e poi di nuovo sotto, a combattere contro una forza impossibile per me. E’ allora, quando penso che tutto sia già deciso, che la forza si placa. E, esausta, mi abbandono inerme  al mio destino e piango perchè so, che è lei, che decide  per me, io posso solo implorarla a lasciarmi vivere.    
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non ci riuscirai a distruggermi

deve esserci un diavolo o qualcosa che gli assomigli nella malvagità.prende di mira delle persone, le segue per tutta la vita e se queste accennano alla ribellione le massacra , facendole ogni sorta di cattiveria. Forse ha scelto me, non mi dà tregua e più  reagisco nel non lasciarmi andare alle sue volontà più mi colpisce. A volte ci sono momenti in cui  vorrei lasciarmi andare ma sono attimi di sconforto poi, è come se lo vedessi in faccia che sogghigna con una smorfia di soddisfazione e allora reagisco:"No!!! non riuscirai a distruggermi andrò avanti finchè avrò la  forza per combatterti. Io sarò più forte della tua cattiveria,non ti darò soddisfazione io sò amare e continuerò a farlo per sempre.

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barzelletta in genovese

vignetta due anziani coniugi festeggiano il loro anniverario di nozze al ristorante. La moglie è così felice di essere stata invitata  dal marito che si commuove e rivive quei momenti  di passione di gioventù:"Ti ricordi quando da giovani venivamo in questo ristorante? e dopo aver mangiato stretti stretti correvamo  casa a fare l’amore? io stò rivivendo quei momenti e sento un caldo… un caldo…. che quasi… quasi..E il marito guardandola risponde:" ma stupida  nu ghe veddi che ti ghe le tette in tu broddu

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Luglio 1982 per festeggiare quel giorno

matrimonio Disegno con mouse di gabriarte.Egidio e Gabriella vi augurano una splendida  domenica

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ho costruito la mia capanna

Mi rifugio quì nel mio angolino che mi sono costruita è un pò come quando ero bambina mi costruivo con i rami la mia capanna e poi mi ci rifugiavo con i miei amici. Mi sentivo al  sicuro e protetta anche se era un gioco. E forse quella sensazione infantile l’ho portata con me per tanti anni e ora la ritrovo quì sul mio blog.Mi piace farmi avvolgere da distrazioni che mi allontanano dalle mie paure quotidiane e  qui mi sento piacevolmente a mio agio, scrivo ,disegno, leggo e parlo con persone che non vedo ma che sò che mi ascoltano senza essere obbligate. Durante il giorno siamo talmente pieni di impegni e andiamo così di corsa, che non riusciamo più a riconoscersi come esseri umani. Diffidenti uno dell’altro, invidiosi,incattiviti, litigiosi,arrabbiati,spaventati e soli non sappiamo più cosa vuol dire aggregazione , stare assieme e scambiarci le nostre impressioni, le idee, ci stiamo allontanando uno dall’altro e ciò  che mi spaventa è,che ognuno tende a pensare per se. Non ci sarà unione, non ci sarà più forza e perderemo quello per cui abbiamo tanto lottato la libertà. 

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Paco 3 racconto di gabriarte

Paco rimase immobile sulla scala, sentiva le sue muscolose  gambe vacillare. La rabbia del figlio gli aveva attraversato come una fitta il cuore.Scese lentamente e si inchinò  in silenzio ha raccogliere la calce che era fuoriuscita dal secchio. Poi con una mano accarezzò la testa di Dario:" Non voglio che tu sia come me. Ognuno di noi è diverso di carattere e deve fare le sue scelte nella vita in base all’esperienza, alla fortuna, alla  necessità di quel momento.Io ho avuto quello che ho scelto e ne sono contento anche se la fortuna non mi ha assistito forse come meritavo. Ma per lavorare e farti crescere ho dovuto imparare il silenzio, ho dovuto,come mi insegnava mia madre, morsicare nell’aglio e dire che è dolce e lo devo ancora fare, per insegnare a te a diventare un grad’uomo. Se avrai le capacità e la fortuna di arricchirti,  non sarai come il titolare che  avrà i soldi, ma non avrà mai il rispetto di nessuno. Avrai imparato attraverso la mia esperienza a rispettare il lavoro degli altri e a saperlo valutare, saprai comandare ma sopratutto potrai essere fiero di tuo padre. è questo il mio compito, sei tu la mia ricchezza." Dario rimase in silenzio ad ascoltarlo poi, diede una pacca sulle spalle del padre come si dà ad un collega:"Dai papà siamo in ritardo,dimostriamo a quell’imbecille che cosa sappiamo fare". E come  due amici ripresero il lavoro. Fine Gabriarte