Mese: luglio 2009
delitti racconti
nessun titolo
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la mia estate 2009
deve esserci un diavolo o qualcosa che gli assomigli nella malvagità.prende di mira delle persone, le segue per tutta la vita e se queste accennano alla ribellione le massacra , facendole ogni sorta di cattiveria. Forse ha scelto me, non mi dà tregua e più reagisco nel non lasciarmi andare alle sue volontà più mi colpisce. A volte ci sono momenti in cui vorrei lasciarmi andare ma sono attimi di sconforto poi, è come se lo vedessi in faccia che sogghigna con una smorfia di soddisfazione e allora reagisco:"No!!! non riuscirai a distruggermi andrò avanti finchè avrò la forza per combatterti. Io sarò più forte della tua cattiveria,non ti darò soddisfazione io sò amare e continuerò a farlo per sempre.
barzelletta in genovese
due anziani coniugi festeggiano il loro anniverario di nozze al ristorante. La moglie è così felice di essere stata invitata dal marito che si commuove e rivive quei momenti di passione di gioventù:"Ti ricordi quando da giovani venivamo in questo ristorante? e dopo aver mangiato stretti stretti correvamo casa a fare l’amore? io stò rivivendo quei momenti e sento un caldo… un caldo…. che quasi… quasi..E il marito guardandola risponde:" ma stupida nu ghe veddi che ti ghe le tette in tu broddu
ho costruito la mia capanna
Mi rifugio quì nel mio angolino che mi sono costruita è un pò come quando ero bambina mi costruivo con i rami la mia capanna e poi mi ci rifugiavo con i miei amici. Mi sentivo al sicuro e protetta anche se era un gioco. E forse quella sensazione infantile l’ho portata con me per tanti anni e ora la ritrovo quì sul mio blog.Mi piace farmi avvolgere da distrazioni che mi allontanano dalle mie paure quotidiane e qui mi sento piacevolmente a mio agio, scrivo ,disegno, leggo e parlo con persone che non vedo ma che sò che mi ascoltano senza essere obbligate. Durante il giorno siamo talmente pieni di impegni e andiamo così di corsa, che non riusciamo più a riconoscersi come esseri umani. Diffidenti uno dell’altro, invidiosi,incattiviti, litigiosi,arrabbiati,spaventati e soli non sappiamo più cosa vuol dire aggregazione , stare assieme e scambiarci le nostre impressioni, le idee, ci stiamo allontanando uno dall’altro e ciò che mi spaventa è,che ognuno tende a pensare per se. Non ci sarà unione, non ci sarà più forza e perderemo quello per cui abbiamo tanto lottato la libertà.
Paco 3 racconto di gabriarte
Paco rimase immobile sulla scala, sentiva le sue muscolose gambe vacillare. La rabbia del figlio gli aveva attraversato come una fitta il cuore.Scese lentamente e si inchinò in silenzio ha raccogliere la calce che era fuoriuscita dal secchio. Poi con una mano accarezzò la testa di Dario:" Non voglio che tu sia come me. Ognuno di noi è diverso di carattere e deve fare le sue scelte nella vita in base all’esperienza, alla fortuna, alla necessità di quel momento.Io ho avuto quello che ho scelto e ne sono contento anche se la fortuna non mi ha assistito forse come meritavo. Ma per lavorare e farti crescere ho dovuto imparare il silenzio, ho dovuto,come mi insegnava mia madre, morsicare nell’aglio e dire che è dolce e lo devo ancora fare, per insegnare a te a diventare un grad’uomo. Se avrai le capacità e la fortuna di arricchirti, non sarai come il titolare che avrà i soldi, ma non avrà mai il rispetto di nessuno. Avrai imparato attraverso la mia esperienza a rispettare il lavoro degli altri e a saperlo valutare, saprai comandare ma sopratutto potrai essere fiero di tuo padre. è questo il mio compito, sei tu la mia ricchezza." Dario rimase in silenzio ad ascoltarlo poi, diede una pacca sulle spalle del padre come si dà ad un collega:"Dai papà siamo in ritardo,dimostriamo a quell’imbecille che cosa sappiamo fare". E come due amici ripresero il lavoro. Fine Gabriarte
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