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Vivere con coraggio

 
  Ritorna per gli amici del mio blog Vivere con coraggio romanzo di Gabriarte       Cap 12 I due insegnanti La campagna le mancava,le sue passeggiate a cavallo,il silenzio del bosco,l’aria fresca e profumata,ora erano solo nei suoi ricordi.Carolina cercava di farsi spazio in una realtà dura, difficile.La scuola era finita e il padre le aveva imposto un lavoro;aiutava un negoziante nelle ore pomeridiane e alla sera, disegnava. UN giorno un professore che Carolina aveva conosciuto nella sua scuola,le propose di andare nel suo studio, dove lui lavorava.Le avrebbe insegnato pittura;entusiasta accettò. Quello studio la fece sentire un’artista;colori ad olio ,tele,pennelli erano dappertutto.Con il forte e piacevole odore dell’acquaragia si sentì assalire da un desiderio irrefrenabile di usare quei colori su tela.Questa carica emotiva la privò di ogni pensiero.Dipinse libera in silenzio.Il pittore si rese conto, che la sua allieva aveva del talento,la incitò caricandola di complimenti e lei non si sentì più sola.Così l’insegnante, appoggiato dai fratelli, convinse Aldo a realizzare il sogno della figlia.La scuola d’arte era la meta,la città era lontana e Carolina per raggiungerla,avrebbe dovuto alzarsi molto presto per prendere il treno.Per Carolina scappare era una liberazione,avrebbe portato nel suo cuore il ricordo dei bellissimi paesaggi  piemontesi,ma voleva lasciare per sempre quella paura,quella tristezza e la timidezza,che l’avevano ossessionata per anni.Era giunto il momento di cambiare,nuove amicizie,nuove esperienze positive l’avrebbero aiutata a crescere sicura,decisa,forte.Aldo l’aveva minacciata:"Alla prima insufficenza,tornerai a lavorare."E Carolina sapeva che il padre,avrebbe mantenuto la promessa.IL primo giorno il treno ,per un guasto ai binari ,si fermò e arrivò alla stazione con dieci minuti di ritardo.Carolina dovette prendere l’autobus,raggiungere una piazza e a piedi percorrere un lunga salita per raggiungere la scuola.Camminava veloce ,aveva percorso quella strada solo una volta con il fratello ,che l’aveva iscritta.Camminava decisa,perchè voleva dimostrare alla sua famiglia ,ma sopratutto a se stessa ,di poter uscire da quello stato d’inferiorità nella quale si era sempre trovata.Correva e pensava al tipo di scuola che avrebbe trovato ,ai professori severi;ogni tanto si girava a guardare se,dietro di lei,ci fosse qualche studente che si trovava nella sua condizione di ritardo.Provava ansia e un po’ di paura, salì la scala che non finiva mai e arrivò all’inizio di un lunghissimo e grande corridoio deserto.  Gli alunni e gl’insegnanti erano entrati nelle aule.Si presentò alla bidella che le indicò la classe dove era stata assegnata.Prima B, bussò entrò con aria timida e salutò l’insegnante e i compagni.Lo sguardo cadde subito sull’uomo:un signore sulla sessantina,non molto alto,robusto,con baffi e barba grigia,folta,non molto lunga,che gli riempiva il volto e risaltava lo sguardo dolce e buono.Portava un cappello nero con visiera che gli lasciava in vista i capelli grigi,lunghi fino al collo.Rivolse a Carolina uno sguardo severo e la rimproverò per il ritardo,poi si presentò a tutti come l’insegnante di figura.Carolina guardò quella grande aula spoglia,addobbata solo di cavalletti in legno e calchi di gesso,che rappresentavano figure di grandi artisti.Non era per nulla spaventata,anzi si sentiva a suo agio,il professore gli era molto simpatico.Carolina aveva il suo sesto senso nell’individuare il carattere delle persone e in quell’uomo ne aveva percepito la bontà.Chiamò i suoi allievi per cognome in ordine alfabetico e s’informò su ogni allievo, sulla loro provenienza, sul perchè avessero scelto una scuola d’arte e si fece promettere da ognuno un forte impegno,in cambio,la sua disponibilità….. scritto da gabriarte