è quando non abbiamo nessuno da colpevolizzare che ci sentiamo nudi e fragili
Mese: ottobre 2016
Vi sono cimiteri solitari,
tombe piene d’ossa senza suono,
se il cuore passa da una galleria
buia, buia, buia,
come in un naufragio dentro di noi moriamo
come annegando nel cuore
come scivolando dalla pelle all’anima.
Ci sono cadaveri,
e piedi di viscida argilla fredda,
c’è la morte nelle ossa,
come un suono puro,
come un latrato senza cane,
che viene da campane, da tombe,
che all’umido cresce come pianto o pioggia.
A volte vedo
solo bare a vela
salpare con pallidi defunti, con donne dalle trecce morte,
con panettieri bianchi come angeli,
con fanciulle assorte spose di notai,
bare che salgono il fiume verticale dei morti,
il fiume livido,
in su con le vele gonfiate dal suono della morte,
gonfiate dal suono silenzioso della morte.
La morte arriva a risuonare
come una scarpa senza piede, un vestito senza uomo,
riesce a bussare come un anello senza pietra né dito,
riesce a gridare senza bocca, né lingua, ne gola.
Certo i suoi passi suonano,
e il vestito ha un lieve stormire d’albero. Solo La Morte di Pablo Neruda
buona serata a tutti
l’albero
necessità di luce
c
la pianta del dolore
buona domenica
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