Mese: luglio 2011
una coppia in dolce attesa
bozzetti studio
Genova G.8 dieci anni dopo
l’attesa
Dama al parco
bucato al vento
da EGIDIO e GABRIELLA
Una marcia in più
Adoro gli animali e penso di aver avuto una grande esperienza . Ho imparato già da bambina a rispettare le loro esigenze.Ho avuto la fortuna di crescere e di avere dei maestri come mio padre e mia madre che mi hanno insegnato non solo a conoscere ogni singolo animale che loro possedevano ,ma ad osservarli nei loro atteggiamenti una sorta di linguaggio che usavano, per rapportarsi.Non sono giocattoli, e non scelgono loro di stare con noi, siamo noi ad aver bisogno di loroAnche se spesso molti uomini credono il contrario. Era venuta l’ora dell’appuntamento con la signora. Le tre e mezza e io mi preparavo ad uscire. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma avevo come arma, la pazienza e la calma, che sò usare molto bene, con i miei amici.La signora e il nonno erano ansiosi di vedere come sarebbe andata a finire. l’appuntamento con il veterinario era alle quattro e mezza .Chiesi subito come entrai, dove era il gatto e lei mi indicò la camera da letto. Spiegai, che avei cercato di portare la bestiola in una camera dove non potesse nascondersi in punti irraggiungibili . Optammo per la sala, anche se era più spaziosa, ma con armadi che arrivavano a terra.Poi mi feci dare la gabbietta e la coprii con una vecchia federa, lasciandole aperto solo il passaggio , la misi per terra. Il nonno e la signora avrebbero dovuto chiudere le porte delle stanze e anche quella della camera una volta che avessero visto uscire la gattina. Solo il cane doveva essermi vicino, quindi chiesi a loro di chiudersi in cucina.Tutto andò come prevedevo, mi ritrovai sola, nella sala con i due piccoli amici .Il cane scodinzolava contento, aveva percepito che io non avevo intenzioni malvagie, si lasciava accarezzare e parlavo con lui con la convinzione che mi stesse ascoltando . La gattina subito terrorizzata, si portò in un angolo poi, pian piano si lasciò accarezzare fu a quel punto che molto lentamente le avvicinai la gabbietta . Il cane infilò il muso nell’unica apertura, la gattina si avvicinò e infilò a sua volta il piccolo musetto dentro la gabbietta .Con una mano la accarezzai e la spinsi delicatamente all’interno. Naturalmente chiusi immediatamente l’apertura con la grata e la consegnai alla signora . Stupiti, mi ringraziarono e prima di uscire la signora mi disse: “Si vede che tu hai una marcia in più .”
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